Il film si ispira all’incontro dei discepoli di Emmaus con il Signore, trasportando la vicenda ai nostri giorni.

 

Precisiamo che Emmaus di cui parla il Vangelo di Luca è indicato come un luogo a sette miglia da Gerusalemme e non a sette km come nel film. Un miglio equivale a 1,609 km, quindi la vera distanza è poco più di 11 km, come dicono le traduzioni moderne delle nostre Bibbie.

 

I 7 km simbolici sono quelli necessari per colmare la distanza esistente tra l'uomo, diffidente e isolato nel suo mondo moderno, tecnologico e mediatico, e Gesù che è il Signore della storia e di tutti gli uomini, che, come dice la Lettera agli Ebrei, “è lo stesso ieri, oggi e sempre (Eb 13,8).

 

 

Il protagonista, Alessandro, si trova, suo malgrado, a rivivere sulla stessa strada l’avventura dei due discepoli che tanti secoli prima, mentre tornavano a casa delusi, incontrarono il Signore risorto.

 

Che cosa li accomuna?

 

- La stessa strada, quella che va da Gerusalemme a Emmaus

 

- Il senso di delusione e di sconfitta

 

- L’ incontro inatteso con Gesù

 

- Il segno del pane spezzato

 

- La svolta alla propria vita che questo incontro determina

 

Lancio qualche provocazione, qualche flash su cui riflettere poi, non nel deserto che va da Gerusalemme a Emmaus, ma nel deserto che ognuno di noi deve ritagliarsi nella fretta e nella frenesia delle proprie giornate.

 

L’incontro con Gesù è fortemente segnato dal suo chiamarlo per nome: “ALESSANDRO!”. E subito dopo “TI HO VOLUTO QUI!”. Chiamare per nome è tipico di Gesù, sappiamo che lo ha fatto con i Dodici, con Zaccheo, con Maria di Magdala dopo la resurrezione.

 

Cominciamo subito a farci qualche domanda.

 

Sono cristiano e, fin dalla mia nascita, diventato figlio di Dio nel battesimo, sono stato chiamato per nome. Ho questa consapevolezza? Ho la percezione chiara dentro di me che Lui mi ha voluto e mi vuole qui? Qui in questa parte del mondo, in questa famiglia, in questo ambiente di lavoro, in questa parrocchia ecc…? Qui e in questo tempo!

 

 

 

C’è un momento molto bello in cui Gesù cerca di dare dei segnali ad Alessandro per fargli capire che è veramente lui. ALESSANDRO FA PER ANDARSENE, non vuole credere a questa cosa che gli sembra una sorta di montatura pubblicitaria, ma Gesù gli dice: “HAI PERSO MOGLIE E FIGLIA IN QUESTO MODO!”. Non ci viene in mente l’incontro con la samaritana al pozzo di Giacobbe verso mezzogiorno, dove Gesù le svela i suoi scheletri nell’armadio, mostrandole di conoscere la sua vita?

 

Gesù, come il Padre, è colui che ci dice: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato» (Ger 1, 5). Cioè…io so tutto di te!

 

Anche l’incontro di Alessandro con Angelo Profeti e il loro dialogo ci interroga profondamente. Dice Alessandro: «SEMBRI PERFETTAMENTE SERENO». «LO SONO» è la risposta. «Prima non lo ero. Se sei venuto qui, cammini bene. Continua così!».

 

È l’incontro con Gesù Cristo che rende la tua vita serena, che ti aiuta a emergere dal mare dei tuoi problemi, perché un conto è affrontarli da solo annaspando, incespicando, boccheggiando, un conto è affrontarli con Lui che sai che cammina al tuo fianco. Continuerai ad annaspare e incespicare, ma Lui sarà con te.

 

Alessandro è l’uomo di oggi, ma anche l’uomo di tutti i tempi, con le stesse problematiche e incredulità: «PER CREDERE HO BISOGNO CHE TU FACCIA QUALCOSA. FA’ UN MIRACOLO!».

 

Leggiamo nel Vangelo di Matteo: «Alcuni scribi e farisei gli dissero: “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”. Ed egli rispose loro: “Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta”» (Mt 12, 38-39).

 

E negli ultimi istanti della sua avventura terrena, già immolato sulla croce, i sacerdoti, con gli scribi e gli anziani: «Scenda ora dalla croce e crederemo in lui» (Mt 27, 42).

 

Quante volte anche noi ci lasciamo condizionare dalla spettacolarità anche nella fede!!!

 

La tecnologia ci sommerge, il mondo in cui viviamo in cui prevale l’immagine sulla parola, le amicizie su facebook invece del dialogo guardandosi negli occhi ci condiziona. Dice Gesù ad Alessandro: «IO NON SONO VIRTUALE! SONO QUI IN CARNE E OSSA».

 

Gesù è una persona e vuole incontrare me, te… Ci sarebbe da parlare all’infinito. Lasciamoci con l’immagine della scena in cui Alessandro pone una domanda a Gesù e che noi ci poniamo a volte (spesso in situazioni scomode o di sofferenza): PERCHÉ IO?

 

Incalza Alessandro: «Ho sempre pensato che tutto quello che succede, nel bene e nel male, è un fatto nostro. Tu stai alle tue regole … forse non esistevi nemmeno!» Quante volte ci facciamo bastare il nostro lavoro, la nostra macchina, il nostro tran tran quotidiano e Gesù è ben lontano dai nostri stili di vita, dalle nostre scelte, dai nostri ritmi, che sono “fatti nostri”.

 

Chiede Gesù ad Alessandro: «E QUESTO TI BASTAVA?».

 

E a noi questo BASTA?

 

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