Samba: è il nome di un ballo e nel film è il nome del protagonista che porta questo nome, ma non sa ballare, come dice lui stesso.

Ricordiamo che la samba come ballo ha origine a Salvador di Bahia, il porto brasiliano dove venivano sbarcati gli schiavi rapiti nell'Africa occidentale. Qui non abbiamo in realtà uno schiavo nel senso classico, ma comunque abbiamo la storia di questo ragazzo che, fuggito dal suo paese come tanti altri immigrati, con l’intento di trovare un lavoro e poter aiutare così la sua famiglia lontana, finisce per essere schiavo di tutte le problematiche legate all’immigrazione, alle difficoltà dell’integrazione, ai pericoli della clandestinità, alle ingiustizie continue, alla lentezza esasperante e alle complicazioni assurde della burocrazia, alla fatica di trovare e mantenere un lavoro, non avendo la possibilità di ottenere una posizione regolare.

 

Si vede nel film, lo scontro di due mondi ben evidenziato inizialmente nel ristorante di lusso: da una parte, nel locale, si balla allegramente, con la torta nuziale, un diffuso profumo di borghesia, sfarzo di oro, argento, pietre preziose, gioielli, abiti eleganti;

poi un improvviso cambio di scena mostra le cucine piene di  cuochi e camerieri di colore, sfatti dalla fatica, attanagliati dalla fretta, colanti di sudore, abbattuti dalla stanchezza.

Anche la loro vita è un ballo, come quella di Samba, ma un ballo di difficoltà, di paure, di incertezze, di fatica.

 

Ma  in tutte queste negatività emerge anche tanta positività:

il valore della solidarietà (come l’associazione di volontarie che si occupa degli immigrati);

l’amore che nasce tra Samba e Alice praticamente al primo sguardo;

l’amicizia, tra Samba e Wilson, che riuscirà a fargli fare cose impensate. Ad un certo punto Wilson dice a Samba con tono energico “Sì, sì che puoi, vieni!” e con queste parole rassicuranti e la sua presenza, la sua mano tesa, pronta ad afferrare quella dell’amico, riuscirà a portarlo in cima ad un palazzo di tanti piani –Samba diceva di soffrire di vertigini-, a camminare sui tetti per sfuggire al pericolo.

 

Emerge in tutto il film, soprattutto alla fine, lo spirito di sacrificio e di rinuncia che caratterizzano la vita di Samba e che sono legati a uno scopo ben preciso: aiutare la sua famiglia e per questo lui è disposto anche a rinunciare alla donna che ama, ai suoi sogni, alla sua felicità.

Parliamo un attimo del rapporto Samba/Alice, la manager esaurita.

Possiamo  vedere che, pur nella diversità oggettiva perché appartengono a due mondi totalmente differenti, queste  due personalità opposte sono accomunate dalla ricerca disperata del modo di uscire dal proprio inferno per smettere di sopravvivere e cominciare, finalmente, a vivere ed è proprio questo che li fa incontrare.

 

Diciamo che questo film sicuramente ci fa riflettere sulla situazione difficile e pesante degli immigrati che popolano i nostri paesi, ma tuttavia è abbastanza leggero rispetto alla realtà che vivono veramente gli immigrati e, ancor di più, i rifugiati che sbarcano sulle coste dei nostri paesi, quelli che hanno la fortuna di arrivarci.

 

Proprio domenica scorsa eravamo in questo salone con Alessandro Sortino, i giornalisti di Piazzapulita: Francesca Nava e Vito d’Ettorre, Gaia Spera, esperta e operante nel settore immigrazione e penso che chi, come me, era presente, non ci ha dormito la notte, perché quelli che abbiamo visto erano servizi di reportage reali e la situazione reale è molto più cruda e terrificante di quello che ci viene presentato nei film.

 

Non voglio certamente chiudere in modo triste questo nostro incontro, ma come cristiani dobbiamo avere la consapevolezza di quanto accade e non chiudere le porte, anzi peggio, chiudere il cuore.

Ricordiamo che il Signore Gesù ci ha detto: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me»

Chi siamo

L'amore per il cinema ci ha portato a voler trasmettere la nostra passione per questa bellissima arte agli altri. Il nostro intento è quello di poter proporre qualsiasi tipo di film, perché dai drammatici alle commedie più spiritose e leggere si può prendere spunto per qualsiasi tipo di discussione e di riflessione. La nostra scelta opta per film recenti e per ora non verranno trattati i "classici"


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