Una cosa che colpisce in questo film è la meravigliosa grandezza della mente, dell’intelligenza umana.

Non si può non pensare alla creazione dell’uomo, che ci viene raccontata dal libro della Genesi: l’uomo…che Dio ha voluto, “progettato” a sua immagine e somiglianza.

La grandezza della mente umana, le cose che l’intelligenza umana è in grado di fare – è quasi, se si può dire - una prova di questo nostro “essere a immagine e somiglianza di Dio”.

Un altro pensiero che viene come immediata conseguenza è una preghiera contenuta nei Salmi, esattamente il Salmo 139 che dice: “Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio, sono stupende le tue opere”.

Ci pensiamo mai al dono che siamo? Al dono dell’intelligenza che Dio ci ha fatto?

È, però, un’arma a doppio taglio, che può essere usata per il bene o per il male, come vediamo nel film: la macchina Enigma, usata come strumento di morte e di sterminio e la macchina di Turing, ideata per bloccare la distruzione e la morte.

Ma è un immenso dono. Forse di questo non ringraziamo Dio abbastanza.

 

Un’altra riflessione che viene spontanea è questa: quali doni immensi possono nascondersi in una persona pur con tante fragilità! Alan Turing è dotato di un’intelligenza straordinaria, superiore, anche se ha grosse difficoltà a rapportarsi col mondo esterno, a relazionarsi con gli altri, ha il dramma interiore della sua diversità sessuale.

In ciascuno di noi c’è sempre qualcosa di bello e di grande, che va al di là delle nostre fragilità. Come dice san Paolo, abbiamo un tesoro in vasi di creta (2Cor 4, 7).

 

Molto belle le parole di Joan:

"Sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno può immaginare..."

 

 

Ci sono due osservazioni di Alan molto forti da richiamare alla nostra attenzione e sulle quali ci sarebbe da parlare a lungo:

 

"

A volte non possiamo fare ciò che ci fa sentire appagati, dobbiamo fare ciò che è logico"

"Le persone non dicono mai quello che vogliono dire, dicono sempre altro. Eppure si aspettano che tu le capisca, ma io non li capisco…"

 

Ciò che è logico, ciò che gli altri si aspettano…diverso da quello che desideriamo, da quello che vorremmo, o quello che il nostro ruolo ci impone: quante volte sarà capitato o capita anche a noi di fare questa esperienza. Magari diciamo cose che sappiamo possano far piacere e non sono esattamente quelle che pensiamo o che vorremmo…

 

Poi c’è in campo il tema della diversità, che è, ahimè, affiancato da quello dell’emarginazione perché nella società quasi sempre il diverso viene emarginato, isolato o costretto a sacrificare se stesso.

Alan è un diverso, discriminato per la sua omosessualità e addirittura costretto a sottoporsi alla castrazione chimica per non rinunciare alla sua macchina.

Ma emerge anche nel film il tema dell’emarginazione femminile, attraverso la storia di Joan, una bravissima critto analista, ridotta al rango di impiegata e costretta ad aiutare Alan di nascosto, a causa di un mondo totalmente maschile e maschilista, che si rifiuta di credere nella possibilità di una mente geniale al femminile.

   

Infine un’ultima frase di Alan che è un’affermazione terribile, ma che in molti casi probabilmente è vera:

 

"Sai perché agli uomini piace la violenza?"

"Perché è appagante."

 

 

Pensare alla violenza come qualcosa di appagante ci lascia interdetti e, comunque, pensandoci bene, la violenza è un atto di potere sull’altro, appaga perché ti fa sentire più forte, più potente.

In questo momento forse ci stiano passando davanti agli occhi le immagini sconvolgenti di questi giorni. La violenza che raggiunge il suo culmine: uccidere, sterminare, seminare terrore.

Sicuramente tutto questo ci sta scuotendo, ci fa paura,  ci riempie di ansia e di angoscia.

Le scene che vediamo, le testimonianze che ascoltiamo ci caricano di dolore, di sgomento e di paura.

Noi non abbiamo una macchina per fermare il terrorismo, non abbiamo, per fortuna, cinture esplosive, ma abbiamo un’arma infallibile, che apre il nostro cuore alla fiducia e alla speranza: è il Vangelo, nel quale il Signore Gesù ci dice:

“Perché avete paura, uomini di poca fede?” (Mc 4, 40) “Non temere, piccolo gregge!” (Lc 12, 32) “Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo!” (Gv 16, 33).

 

Allora, scuotiamoci di dosso la paura,  apriamo il nostro cuore alla speranza, il Signore ci ha detto “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” e quindi se “il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?” (Sal 27).

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